Nel 1998 Ipo e Aidepi istituivano la giornata partendo da Napoli. Quest’anno i festeggiamenti ufficiali si spostano a Dubai, confermando quanto la pasta sia diventata patrimonio universale amato in tutto il mondo. Tutti la vogliono, la rete la celebra e tante sono le storie che ne fanno un vero collante culturale. 

20 anni di World Pasta Day. A Dubai

Sarà Dubai la capitale dei festeggiamenti per il World Pasta Day che ogni 25 ottobre, da venti anni a questa parte, torna a celebrare il ruolo di un alimento che se un tempo si limitava a rivendicare le sue origini italiane e la lunga storia che lo lega all’identità della Penisola oggi è sempre di più patrimonio universale e collante culturale. Così, 20 anni dopo la prima celebrazione della giornata in suo onore – era il 1998 – i festeggiamenti ufficiali per la pasta si trasferiscono da Napoli agli Emirati Arabi (ma l’evento ha girato tutto il mondo, da New York a Barcellona e Mosca, e l’anno scorso è approdato a San Paolo del Brasile), con i 20 ristoranti italiani di Dubai chiamati a valorizzarla con speciali menu pasta proposti dal 26 ottobre al 2 novembre, e l’ICCA (celebre accademia di cucina emiratina) alle prese con l’ideazione di ricette che esplicitino l’evoluzione della pasta in prodotto globale, proponendo mix di ingredienti coerenti con le culture alimentari più presenti nel Paese, senza dimenticare che proprio alla Sicilia araba del IX secolo si fa risalire la diffusione degli ittriya, fili sottili di pasta essiccata precursori degli spaghetti.

La pasta piace al mondo. I pasta show americani

Dunque mentre l’Italia si conferma campione nei consumi con 26 chili di pasta procapite all’anno e fucina inesauribile di idee – tra ricette tradizionali e moderni studi sul prodotto oggi sono oltre 300 i formati di pasta made in Italy, dalla pasta secca a quella all’uovo – è la sua diffusione nel mondo (è l’alimento italiano più apprezzato all’estero, specie in Germania, UK, Stati Uniti, Francia e Giappone; a contenderle lo scettro solo la pizza) a rendere meglio l’idea della portata rivoluzionaria di un alimento così versatile. Negli Stati Uniti, per esempio, dove la nutrita comunità italo-americana ha adattato al nuovo mondo le proprie abitudini in materia di pasta (si legga, soprattutto, spaghetti with meatballs), da qualche tempo a questa parte è il momento del pasta-show: sono moltissimi i ristoranti di impostazione italiana che celebrano la manualità di sfogline e chef intenti a stendere la sfoglia e produrre pasta fresca in moderni laboratori a vista, che intrattengono i commensali in attesa del piatto. E questo succede un po’ in tutto il Paese, da New York (dove Misi è ora l’indirizzo più acclamato della serie) a Denver, Detroit e Los Angeles (alla trattoria Felix di Evan Funke): lo spettacolo della pasta piace, ed è decisamente instagrammabile.

Pasta grannies e Pasta Evangelists

Quanto la pasta possa essere mediatica lo sa bene Vicky Bennison, giornalista e videomaker inglese che quattro anni fa cominciava a girare la Penisola in cerca di nonne italiane che potessero condividere con lei i segreti della pasta fatta in casa, e oggi si ritrova per le mani un gran numero di video che alimentano il successo del suo canale YouTube – Pasta Grannies – e delle nonnine star (nonna+pasta= boom di visualizzazioni). Che anche il mondo anglosassone ami la pasta, del resto, lo conferma un’altra storia di successo imprenditoriale che denuncia radici italiane: Alessandro Savelli e James McArthur sono i Pasta Evangelists che due anni fa hanno partorito l’idea vincente, consegnare pasta fresca a domicilio. La startup si è messa in moto nel 2016, a settembre 2018 le porzioni consegnate hanno superato le 10mila unità, e questo grazie agli accorgimenti perfezionati dai due soci, che porta a porta recapitano kit completi per preparare un piatto di pasta italian style, compatibili con la buca delle lettere e refrigerati, per garantire la conservazione delle salse fino all’effettivo utilizzo. E infatti i ragazzi hanno raccolto 2 milioni di investimenti in due anni, e oggi consegnano a Londra e in tutta l’Inghilterra moltissimi formati regionali come i malloreddus e i conchiglioni, i tortelli, le trofie e le pappardelle.

Il Pasta World Championship a Milano

Ma anche il Pasta World Championship, di scena oggi a Milano, conferma che la pasta unisce tutto il mondo: sono 18 gli chef under 35 provenienti da differenti Paesi in gara per aggiudicarsi il titolo di Master of Pasta nell’evento annuale organizzato da Barilla, che per la prima volta coincide con il World Pasta Day. Per chi volesse partecipare da casa, invece, l’hashtag è #WorldPastaDay: con l’invito a condividere le foto della propria pasta preferita per una spaghettata social.

a cura di Livia Montagnoli

Fonte: Gambero Rosso

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