Eliminare lo spreco alimentare per limitare l’impatto ambientale e controllare il sempre più crescente aumento della temperatura del nostro Pianeta. Traguardi, presenti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, obiettivi ambiziosi perché puntano a ridurre lo spreco alimentare pro capite e lungo tutta la filiera, dalla produzione al consumatore finale. Ben tre obiettivi dell’Agenda sono dedicati al tema: Goal 2 (Sconfiggere la fame), Goal 3 (Salute e benessere) e Goal 12 (Consumo e produzione responsabili).

Il 5 febbraio è la Giornata Nazionale di Prevenzione contro lo Spreco Alimentare: un momento importante per ricordare che buttare il cibo che non mangiamo non ha solo risvolti etici, sociali ed economici, ma contribuisce anche all’inquinamento globale, essendo responsabile di 4,8 miliardi di tonnellate di gas serra emessi nell’atmosfera e di un consumo di acqua pari a 180 miliardi di metri cubi. Cifre da capogiro e che si aggiungono a quelle emerse dai dati del Food Waste Index Report 2021, realizzato dal Programma delle Nazioni Unite sull’Ambiente (Unep): lo spreco alimentare è un problema con ricadute e dimensioni mondiali, che pesa 931 milioni di tonnellate ogni anno. E il 61%, responsabile del 8-10% delle emissioni di gas serra a livello globale, viene generato proprio tra le mura domestiche. Inserito tra i tanti temi della COP26, il corretto utilizzo delle risorse alimentari ha un peso che non si può ignorare ma che dovrebbe ispirare nuovi modelli di consumo e acquisto sostenibili, a partire proprio dalle abitudini quotidiane nelle nostre case.

Milioni di persone non mangiano per nutrirsi ma per definirsi, in tanti modi diversi. Le persone che hanno uno smisurato interesse per il cibo, ad esempio, si fanno chiamare foodies. Un termine che del 1987, si diffuse in modo più incisivo, quando un giornalista del New York Times, stanco del cacofonico “gastronauta”, inizia a parlare di foodies per descrivere gli appassionati.

Tuttavia, per quanto oggi siamo ossessionati dal cibo (basta pensare all’infinita quantità di programmi televisivi sulla cucina ci sono in circolazione), lo spreco non conviene a nessuno.

Il consumo e la produzione responsabile, in particolare, puntano a “fare di più e meglio con meno”, aumentando i benefici che si possono trarre dalle attività economiche. Per rendere ciò possibile, è necessario adottare un approccio sistematico e cooperativo tra i protagonisti della filiera. Creare un network di connessioni tra produttore, agricoltore e consumatore è proprio il motivo per cui è nata l’APP di ITA0039. Tra gli obiettivi dell’applicazione: sensibilizzare gli utenti a stili di vita sostenibili, offrendo adeguate informazioni sulla provenienza dei prodotti acquistati, sulla qualità e sulle etichette, coinvolgendo i consumatori nell’attività di supporto e tutela del Made in Italy. Un’opera continua di divulgazione e sensibilizzazione, perché siamo convinti che lo spreco più pericoloso è quello che non siamo in grado di riconoscere..