La pizza nell’Olimpo della cucina nazionale e internazionale, che identifica l’arte del pizzaiolo napoletano come espressione di una cultura unica e senza tempo. Ed è con le pizzerie chiuse, quasi in tutta Italia per le famigerate zone a colori, che si è celebrata il 17 Gennaio la Giornata internazionale della pizza, scegliendo la data dedicata sul calendario a Sant’Antonio Abate, protettore di chi lavora con il fuoco e patrono dei pizzaiuoli. Da qui è nata l’idea di istituire il World Pizza Day, con una campagna promossa da Alfonso Pecoraro Scanio a cui ITA0039 ha aderito, senza esitazioni.

Fino ad oggi solo una manifestazione ad appannaggio del Comune di Napoli, che merita un vero riconoscimento a livello internazionale, unitamente alla 7 Dicembre, giornata mondiale dell’Arte del Pizzaiuolo Napoletano come Patrimonio dell’Umanità. Una data simbolica per omaggiare l’arte che ha fatto dell’impasto più basic un’opera d’arte tra le più apprezzate, diffuse e imitate della tradizione gastronomica Made in Italy.

Come era prevedibile, vista la situazione, il 44% degli italiani la pizza l’ha gustata tra le mura domestiche. È quanto emerge da un sondaggio condotto sul sito www.coldiretti.it.

Un crack stimato in almeno 5 miliardi nel 2020, che mette a rischio il futuro di 63mila pizzerie con circa 200mila addetti presenti lungo la Penisola. Una filiera in ginocchio, considerato che nelle pizzerie ogni anno si stima vengano impiegati 400 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro.

Intanto, 9,6 miliardi di euro sono stati bruciati a causa di vino e cibo invenduti per le chiusure e le limitazioni imposte nel 2020 a bar, ristoranti, trattorie, pizzerie ed agriturismi. Per alcuni settori, di fascia alta in particolare, del comparto ittico e vitivinicolo, la ristorazione rappresenta il principale canale di commercializzazione per fatturato, ma anche danni di fatturato importanti per salumi, formaggi e tartufi.

“Servono dunque ristori immediati e un piano nazionale che sappia attuare tutte le azioni necessarie per non far chiudere per sempre attività di ristorazione come le pizzerie, in alcuni casi, vere ambasciate di italianità del nostro Paese, soprattutto all’estero. Afferma Fabrizio Capaccioli, MD di ASACERT e ideatore di ITA0039 – Ed è anche delle vere pizzerie italiane che si occupa il Protocollo ITA0039, con la sua tutela certificata, in partnership con Coldiretti, FAI e il supporto di ANRA, IFSE e Promo Italia. Il Protocollo tutela l’intera filiera agroalimentare italiana, dalla produzione fino alla trasformazione culinaria della materia prima, promoziona le eccellenze alimentari italiane e la loro interconnessione, combatte il fenomeno della contraffazione degli alimenti e l’Italian Sounding. Vogliamo mettere a disposizione veri prodotti italiani di filiera corta e certificata per ristoratori e clienti in cerca di genuini e salubri prodotti agroalimentari del nostro Paese. Grazie alla nostra App i consumatori diventano sentinelle dirette della tutela del vero Made in Italy nel mondo e di questo siamo molto fieri!”

L’App ITA0039 è un ulteriore tassello parte del grande progetto ideato da ASACERT, ente di certificazione e ispezione con esperienza ventennale, con sedi a Milano, Roma, Bari, oltre a corporate offices e una fitta rete di partners in tutto il mondo. ASACERT è un Organismo di Certificazione e Ispezione accreditato ACCREDIA, UKAS ed EIAC, notificato presso la Comunità Europea ed abilitato dai Ministeri dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e Trasporti e delle Attività Produttive.