Si è cominciato con le limitazioni orarie e di fruizione del servizio (numero controllato di clienti, distanza di sicurezza, ecc.), successivamente abbiamo assistito alla serrata totale. Misure assolutamente necessarie per la salvaguardia della salute pubblica, ma che inevitabilmente hanno messo in grave difficoltà ristoranti e bar, che a fine anno dovranno fare i conti con bilanci in negativo.

L’industria agro-alimentare italiana, tra mille ostacoli riconducibili a scelte geopolitiche internazionali e bassi tentativi  di screditamento su tutti i fronti, sembra invece presentare un quadro diverso, con punte anche positive nel breve periodo, maltempo a parte. Vale la pena ricordare che tale settore ha avuto nel 2019 una performance eccezionale: l’export di prodotti alimentari ha fatto registrare un +5,3% rispetto all’anno precedente. Coldiretti indica un aumento record del 7,9% del fatturato dell’industria alimentare a gennaio 2020, prima dell’esplosione del virus in Italia; la Germania, la Francia, gli USA, il Regno Unito, il Giappone, la Russia e la Cina sono stati, nell’ordine, i principali mercati.

Difficile ipotizzare quando usciremo davvero dallo stato di emergenza, ma è già possibile formulare qualche ipotesi circa il futuro di uno dei settori trainanti del Made in Italy nel mondo: la ristorazione. Lo scenario sarà di tipo post-bellico per qualche mese e il punto di partenza sarà quasi certamente legato alla riscoperta dei valori regionali. Si ripartirà dai clienti italiani, anche perché dovremo aspettare per la ripresa di un turismo massiccio, così come eravamo abituati a vedere nelle nostre città. Un approccio local, recuperare i valori sani dell’enogastronomia territoriale, con il triplice vantaggio di aiutare le economie vicine, avere la certezza di consumare prodotti freschi e, non da ultimo, usufruirne a costi convenienti, dovuti ad una filiera di approvvigionamento ridotta. Allo stesso tempo, anche a causa delle vicende riguardanti la salute, si registra già da subito, un incremento sensibile dell’attenzione del consumatore nei confronti della salubrità degli alimenti e la richiesta sempre più pressante di avere prodotti certificati nella loro garanzia di salubrità. Local, sì, purché sia veramente tale e sano. Poco o ridotto lo spazio per le cucine internazionali, asiatiche in particolare.

Altro aspetto su cui si dovrà puntare, almeno in una fase di ripresa delle attività, è sul contenimento dei costi, aumentando contestualmente i livelli di efficienza.

È facilmente prevedibile che anche il delivery entri a far parte delle abitudini degli italiani, ancora più stabilmente, favorito dall’imponente ingresso dello smart working, che tenderà, con ogni probabilità ad essere affiancato (e in alcuni casi sostituito) al lavoro tradizionalmente impostato. Al calo della clientela business, si assisterà con gradualità al desiderio di ritornare ad un rito collettivo, alla convivialità. Tante le aziende che stanno già sfruttando lo stop per elaborare nuove strategie, ripensare alle proprie attività ristorative in modo diverso. Questo è uno dei vantaggi di cui godrà il comparto italiano, ricco del suo talento, estro ed ingegno, che fanno della tradizione eno-gastronomica italiana, la più apprezzata del mondo. Saremo i primi in Europa a uscire dalla crisi, perché i primi ad esserne stati colpiti ed il terzo Paese a livello globale (dopo Cina e Corea), questo rappresenta un vantaggio che anche il comparto della Ristorazione deve essere in grado cogliere e su cui far leva, per risollevarsi e tornare alla grandezza che gli è propria.

È in questo momento di inattività forzata che occorre progettare il futuro. Il mercato si aspetta una risposta resiliente dal settore della ristorazione, perché sia pronto ad aprire le porte nel momento di riacquisizione della libertà di circolazione, alla riconquista di una normalità tutta nuova, ma che sia all’insegna del buono e sano cibo della – seppur reinventata – tradizione agroalimentare italiana.

ITA0039 | 100% Italian Taste Certification è al fianco degli operatori del settore della ristorazione italiana, nel nostro Paese e all’estero, promuovendo la difesa e la tutela della tradizione agroalimentare, contro i fake e la contraffazione, in partnership con Coldiretti e Filiera Agricola Italiana, appoggiata dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e sostenuta da ANRA e IFSE.
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