C’era una volta il cibo sano, frutto di coltivazioni in armonia con i tempi della Natura, con il rispetto dell’ambiente senza troppe regole, solo quelle dettate dalla saggezza contadina, che si tramandava nelle tradizioni orali di generazione in generazione. Nessun codice, nessuna regola internazionale, solo il buon senso, parte del DNA di chi viveva nel rispetto del bene supremo dell’ambiente, come conseguenza di pratiche scritte nelle mani di chi la terra la conosceva e la rispettava, se ne prendeva cura e la custodiva perché fonte di sostentamento da preservare e tutelare per il bene della propria famiglia.

Più di qualcosa si è perso nel corso degli anni, molto di quel patrimonio di genuinità è affogato nel mare dei consumi global. Una delle peggiori conseguenze di questo assetto “profitto-centrico” è che nel mondo quasi una persona su dieci si ammala dopo aver consumato cibo contaminato.

La 73° sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha adottato una risoluzione che dichiara il 7 giugno «Giornata mondiale della sicurezza alimentare» (World Food Safety Day), giunta quest’anno alla seconda celebrazione. Un approccio in linea con il Codex Alimentarius istituito dalla FAO e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1963 (l’Italia ne è membro dal 1966), secondo cui il tema su cui concentrarsi d’ora in poi è: “sensibilizzare l’opinione pubblica per prevenire, individuare e gestire i rischi alimentari contribuendo così alla sicurezza alimentare, alla salute, alla prosperità economica, all’agricoltura così come all’accesso al mercato, al turismo e allo sviluppo sostenibile“.

Siamo ciò che mangiamo e sensibilizzare sull’impatto degli alimenti contaminati e deteriorati sulla salute pubblica, rappresenta un passo avanti verso scelte responsabili e sostenibili. Quest’anno, più che mai alla luce delle vicende pandemiche, si tratta di un tema che investe e coinvolge l’umanità, affinché si adottino atteggiamenti responsabili e consapevoli per il benessere di oggi, con pratiche sapienti e coscienti in visione del nostro domani.

Circa 600 milioni di persone si ammalano annualmente e oltre 420 mila perdono la vita a causa di cibo non sicuro. Quest’ultimo è la causa diretta e indiretta di più di 200 malattie, tra cui alcune forme di cancro.

Oltre a rappresentare un grave onere per la salute umana, il cibo non sicuro ostacola lo sviluppo in molte economie. Il fenomeno della contraffazione degli alimenti è strettamente correlato ai rischi per la salute dei consumatori, che credono di acquistare cibo sano e genuino, mentre invece sono ignare vittime di un sistema doloso e colpevole, promotore di non valori, che alimenta un mercato fatto di insalubrità e cibi che richiamando l’attenzione su colori ed iconografie note, diffondono alimenti tutt’altro che genuini.

Perfettamente in linea con la politica di tutela per il benessere e la salute pubblica, si muove il Protocollo ITA0039 | 100% Italian Taste Certification. Ideato da ASACERT, ITA0039 mette in campo una incessante azione in difesa del Made in Italy e della vera ristorazione italiana all’estero, in accordo con Coldiretti, con il supporto del Ministero delle Politiche Agricole, ANRA e con la scuola internazionale di cucina IFSE.

Il tema della sicurezza alimentare è strettamente legato all’affidabilità del sistema ufficiale dei controlli. Oltreconfine, in particolare, distinguersi nella giungla di chi si dice portatore di italianità in cucina ma in effetti non lo è, rappresenta una missione ardua. Far sapere al cliente finale dove trovare la vera cultura italiana a tavola è la priorità che ITA0039 si è data. Il Protocollo di certificazione è l’unico strumento scientificamente studiato ad hoc per la tutela degli operatori del comparto agroalimentare ed enogastronomico all’estero.

Rifondare il sistema agroalimentare in favore di produzioni e quindi consumi responsabili, resilienti e sicuri, capaci di creare il giusto valore per consumatori, produttori, società e ambiente è, in fondo, anche l’obiettivo della strategia individuata dall’ UE “Farm to Fork”.

Il Protocollo ITA0039 muove dalla consapevolezza che i consumatori devono essere i propulsori del cambiamento e per esserlo davvero devono avere accesso a informazioni tempestive, chiare e affidabili sui rischi nutrizionali e sanitari legati alle proprie scelte alimentari. Alimenti non salubri e scelte non consapevoli generano l’ispessimento dell’onere globale sulla salute pubblica.

Così Fabrizio Capaccioli Amministratore Delegato ASACERT, ideatore di ITA0039: “L’attuale sviluppo del business enogastronomico, deve soddisfare i bisogni del mercato, senza compromettere le risorse ambientali, anzi rispettandole e preservandole. La diffusione della agri-cultura italiana all’estero, soprattutto attraverso l’attività ristorativa, unitamente all’ecosostenibilità rappresenta un ulteriore, innovativo controllo che la certificazione ITA0039 pone in essere. Tra i criteri di verifica oggetto di ispezione, particolare attenzione è dedicata, infatti, all’utilizzo e allo smaltimento corretto degli imballaggi alimentari e dei materiali riciclabili.” E conclude: “Non ci può essere opera preventiva efficace, senza che si sviluppi a livello mondiale una sorta di intelligenza alimentare: la consapevolezza che la tutela del patrimonio enogastronomico italiano, universalmente riconosciuto come esempio di qualità e salubrità, influisce considerevolmente sul benessere e sulla salute del consumatore italiano come estero a breve, medio e lungo termine.”