Non scontato, sicuramente prevedibile. Tra gli effetti della Brexit si è da qualche mese definito un fenomeno che sta sempre più colpendo il mondo della ristorazione italiana in UK: l’assenza di personale. Camerieri, lavapiatti, cuochi, pizzaioli, le figure introvabili.

Se prima dell’uscita dall’UE, i giovani che partivano alla ricerca di nuove esperienze in terra anglosassone erano tantissimi, i criteri per l’accesso dei lavoratori al Regno Unito oggi sono severi e ardui da soddisfare: è necessaria una certa padronanza della lingua inglese (livello B1), avere già un’offerta di lavoro oltremanica e la garanzia di uno stipendio oltre la soglia minima stabilita per la categoria professionale di appartenenza.

L’Horeca piange e sono tanti i locali che rischiano di chiudere i battenti (alcuni solo a pranzo, altri definitivamente), vista la carenza di nuovi arrivi e studenti Europei volenterosi di adoperarsi nel settore.

È da questa necessità che nasce OPEN – Organizzazione Pizzaioli Napoletani all’Estero, un progetto formativo ideato da Enzo Fiore e Saverio Mela, che porta anche la firma di ITA0039.

Entrambi proprietari di locali – O’Curniciello a Lancing, G-Lite a Worthing e Bedda a Brighton – Enzo e Saverio hanno sperimentato in prima persona la difficoltà di reperire personale italiano dopo la Brexit e conoscono bene anche le avversità che toccano il mondo del Made in Italy all’estero. “La nostra intenzione è quella di insegnare ai giovani a fare la pizza napoletana” dicono ai microfoni di ITA0039 durante l’evento di inaugurazione di OPEN, “vogliamo portare i nostri prodotti italiani in giro per il mondo, vogliamo far conoscere la vera cucina e i veri prodotti italiani anche qui in UK”.

In collaborazione con il Metropolitan Northbrook College di Worthing, con il supporto di maestri pizzaioli napoletani e con l’autorizzazione della Regione Campania, si avvia la prima scuola per Pizzaioli in Regno Unito.

Gli studenti avranno la possibilità di formarsi e apprendere “l’arte del pizzaiulo napoletano” Patrimonio Unesco, alternando lezioni teoriche e pratiche, incontri con i produttori di farine, pomodoro e altre materie prime. Il programma include anche visite presso gli stabilimenti di produzione italiani, per una conoscenza a 360° del piatto più amato al mondo e, soprattutto, di come si fa.

Ma c’è di più: ITA0039 avrà un proprio spazio formativo all’interno del progetto. Gli studenti apprenderanno in cosa consiste la certificazione, i criteri base stabiliti dal protocollo e come distinguere i prodotti autentici da quelli falsificati, per una nuova generazione di pizzaioli attenti agli aspetti dell’autenticità, della tradizione e della salubrità che contraddistinguono la tavola italiana.

Siamo orgogliosi di prendere parte ad un progetto come questo, che unisce tradizione, divulgazione, tutela e formazione. Ci auguriamo che sia solo l’inizio di un proliferare di attività concrete sul campo, o meglio in cucina, così che anche chi non è nato in Italia possa aiutare a diffondere la nostra cultura e i nostri valori a tavola, scegliendo prodotti autentici e genuini, provenienti dal nostro Paese. Confido che un domani si possa estendere a tutto il Regno Unito e oltre i confini inglesi.” Il pensiero di Fabrizio Capaccioli, AD ASACERT e ideatore del protocollo.