Proprio mentre in Italia si elaborano misure per rafforzare il marchio Made in Italy e combattere l’Italian Sounding (vedi Decreto Crescita) negli Stati Uniti il presidente Trump annuncia un aumento dei dazi, Coldiretti lancia l’SOS falsi.
La società statunitense Boeing affronta una grave crisi societaria a seguito degli incidenti provocati dai suoi “difettosi” Boeing 737 Max, mentre la compagnia rivale Airbus riceve aiuti dall’Unione Europea, sussidi che secondo la World Trade Organization avrebbero un impatto negativo sull’economia USA.
Fatti che, apparentemente, poco hanno a che fare con l’export del cibo italiano all’estero, invece il presidente Trump decide di pareggiare i conti con un aumento delle tariffe doganali sui prodotti provenienti dall’UE.
Questa la situazione delineatasi negli ultimi giorni.
A rischio prodotti per il valore complessivo di 11 milioni di dollari, tra cui moltissimi prodotti Made in Italy e il più colpito, scontato dirlo, è il settore agroalimentare.
Formaggi, olio, agrumi e soprattutto vino, il valore dell’export agroalimentare verso gli Stati Uniti è pari a 4,2 miliardi e rappresenta circa il 10% del totale delle esportazioni nazionali1.
Secondo Coldiretti l’aumento dei dazi comporterebbe l’aumento dei prezzi dei prodotti in blacklist e questo porterebbe ad un intensificarsi del fenomeno dell’Italian Sounding, ovvero la produzione di bevande e generi alimentari spacciati come italiani ma che di italiano hanno solo il nome, e spesso nemmeno quello (basta pensare al Crisecco, imitazione del Prosecco, e al Fontiago, curiosa fusione dei due rinomati formaggi).
Ricordiamo che ASACERT, proprio per combattere la diffusione di questo fenomeno e promuovere l’autenticità italiana di prodotti, ricette e ristoranti, ha lanciato il protocollo ITA0039|100% Italian Taste, sulla base del quale certifica i ristoranti italiani all’estero dopo un’accurata verifica di tutti i criteri stabiliti, tra cui appunto la provenienza delle materie prime.
Un aumento dei prezzi dei prodotti autentici italiani e il conseguente aumento dei fake metterebbe in seria difficoltà i produttori italiani e inibirebbe la già sufficientemente offuscata capacità di distinguere il falso dal vero, l’imitazione dall’autentico. In un contesto simile una certificazione rilasciata da un ente italiano accreditato e riconosciuto a livello internazionale diventa un’esigenza, oltre che una garanzia.
1 analisi Coldiretti su dati Istat
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