ASACERT, con il suo Protocollo di Certificazione ITA0039 ha promosso, in qualità di partner, l’evento phygital dal titolo “Agricoltura e Territorio: la distintività dell’agroalimentare italiano per il rilancio dell’economia”, organizzato da Fondazione Univerde, presieduta da Alfonso Pecorario Scanio. Un’iniziativa che reca in sé una importante indagine statistica. Centralità dell’agroalimentare italiano con i suoi travolgenti risultati (pre-covid), ma soprattutto le prospettive di crescita e rilancio in un mondo che chiede maggiore attenzione alla sostenibilità, alla salubrità, alla genuinità dei prodotti realmente Made In Italy anche all’estero.

L’incontro ha rappresentato l’occasione per presentare il 10° rapporto “Gli italiani e l’agricoltura” curato da Noto Sondaggi: un focus su Agricoltura, Turismo, Valorizzazione e Tutela del patrimonio agroalimentare italiano all’estero. L’evento è stato trasmesso in diretta streaming e televisiva dal Mercato di Campagna Amica al Circo Massimo in Roma.

Il sondaggio ha valutato un campione eterogeneo e disaggregato per sesso, età, area di residenza per un totale di 1000 intervistati tra il 18 e il 20 Giugno, con un livello di affidabilità pari al 95%.

Tra gli esiti del sondaggio, sono particolarmente significativi i dati riguardanti la percezione del consumatore nei confronti del tema Covid e sulla credibilità del sistema agroalimentare italiano, laddove il campione di popolazione intervistato ha valutato positivamente le performance dei nostri prodotti, rispetto a quelli esteri, un trend che conferma l’apprezzamento per quanto  fatto  dal comparto agricolo nel periodo più difficile della pandemia, continuando a garantire prodotti di qualità a disposizione delle nostra salute.

Tema cruciale del sondaggio ha riguardato la percezione della tutela dei prodotti agroalimentari all’estero. In particolare, alla domanda “Ritiene che i prodotti Made in Italy siano sufficientemente tutelati all’estero?” hanno risposto positivamente solo 2 italiani su 10, mentre per il 61% sarebbe auspicabile maggiore tutela per potenziare le vendite e difendere dal fake italian i prodotti italiani sugli scaffali esteri.

Il dato acquisisce maggior valore dal momento che quasi 8 italiani su 10 (78%) ritengono che sia necessaria una certificazione per i prodotti agroalimentari made in Italy all’estero, anche nei ristoranti oltreconfine e che sia garantita l’origine italiana dei beni che poi vengono trasformati in, troppo spesso, solo presunte prelibatezze tricolore.

Proprio riguardo alla genuinità italiana dei piatti all’estero è stata posta una domanda specifica a proposito della rispondenza tra quello che era stato presentato in menu come italiano e ciò che hanno poi hanno trovato in tavola. Più della metà del campione (52%) ha reputato che l’esperienza gastronomica non è stata coerente con le aspettative create dal ristoratore.

Prende vigore e si legittima man mano che cresce la percezione del valore delle produzioni agroalimentari italiane, il percorso intrapreso da ITA0039 | 100 % Italian Taste Certfication. Un’azione che percorre a grandi passi il cammino verso la tutela e la valorizzazione del vero prodotto italiano a garanzia di salubrità e trasparenza, perfettamente in linea con le recenti indicazioni emerse nell’indagine oggetto del rapporto, un processo che si sostanzia di un network efficace e strategico per il comparto, dedicato alla valorizzazione e alla diffusione del prodotto enogastronomico e agroalimentare italiano nel mondo.

Fabrizio Capaccioli AD ASACERT, l’ente ideatore del Protocollo, nel suo intervento durante la diretta:

“Come organismo di certificazione abbiamo intravisto un vuoto normativo nel tema della tutela dell’agroalimentare nel contesto ristorativo all’estero. Lo abbiamo colmato con il nostro Protocollo. Ben 8 italiani su 10 pensano che debba esserci una certificazione che si occupa di tutela del Made in Italy nel campo della ristorazione.

È un dato importante, perché ci consente di partire dalla consapevolezza degli italiani rispetto alla qualità delle nostre eccellenze e della assoluta necessità di incrementare e dare maggior vigore agli strumenti posti alla loro tutela. Noi non vogliamo creare una black list dei ristoranti non in linea con gli standard di salubrità dei  prodotti realmente italiani, ma mettere in evidenza coloro che rispettano criteri di approvvigionamento e veridicità dei beni Made in italy, che dicono di utilizzare. La nostra certificazione vuole facilitare la confluenza di due mercati: quello della produzione agroalimentare anche piccola e quello della ristorazione all’estero che vuole valorizzare il prodotto italiano. Siamo totalmente inclusivi, aperti a nuovi player per una piena condivisione e potenziamento degli obiettivi, perché questo possa diventare un sistema riconosciuto a tutte le latitudini del nostro pianeta.”

Per rivedere il video dell’intero evento:

Intervento F. Capaccioli – 00.56.45 – 1.05.50