Si è acceso il dibattito sulle mancate denunce da parte delle autorità italiane sui casi di frode alimentare di portata internazionale, che vedono il nostro Paese fra le prime vittime del fenomeno illecito della contraffazione e dell’imitazione dei prodotti agroalimentari.

L’industria agroalimentare rappresenta uno dei settori di punta per la nostra economia e ricopre un ruolo chiave nel campo dell’export, che nei primi nove mesi del 2018 è cresciuto del 3,3% rispetto al 2017. L’eccellenza dell’agroalimentare italiano si dimostra sempre molto apprezzata all’estero e la nostra tradizione culinaria rende ancora più desiderabili i prodotti tipici, in particolar modo quando certificati dai marchi DOP, IGP e DOCG.

Com’è noto, tuttavia, il mercato dell’agropirateria è in crescita con un’ingente filiera costituita da contraffazioni e imitazioni del prodotto italiano, che rendono ogni anno più di 100 miliardi di euro; secondo i dati raccolti da Coldiretti, infatti, l’andamento dei mercati nazionali risulta pesantemente penalizzato dalla presenza delle innumerevoli frodi alimentari architettate ai danni del made in Italy originale.

Moltissimi sono stati gli appelli e tante le denunce mediatiche contro contraffazione e Italian Sounding, ma nessuna segnalazione ufficiale è stata riportata alla Commissione Europea; è quanto emerge dal dibattito accesosi nel mese di novembre a seguito della risposta di Vytenis Andriukatis, commissario per la salute e la sicurezza alimentare della Commissione, all’interrogazione pubblicata dall’On. Mara Bizzotto. L’europarlamentare italiana, in riferimento ai dati preoccupanti emersi dalla ricerca Coldiretti a proposito dell’incremento del fake italian, ha chiesto quali iniziative avesse intenzione di mettere in atto l’Unione Europea per contrastare questo mercato fraudolento, che tanti danni arreca all’economia della penisola. La risposta del commissario Andriukatis, tuttavia, ha svelato un panorama sconcertante: nessuna denuncia ufficiale di casi di frode alimentare, infatti, è stata mai registrata a nome del nostro Paese.

La Commissione Europea ha messo ha disposizione degli Stati membri diversi strumenti per la segnalazione e il contrasto delle frodi alimentari e ha attivato una serie di meccanismi volti a prevenire i reati di contraffazione e imitazione fraudolenta. I tre dispositivi ad oggi attivi sul fronte della lotta all’agropirateria sono:

  • Rete UE contro le frodi alimentari (FFN), struttura che permette ai Paesi membri di verificare i casi di violazione intenzionale delle leggi sull’agroalimentare con impatto transfrontaliero;
  • Sistema di assistenza e cooperazione amministrativa (ACA), strumento informatico attivo dal 2016 per la segnalazione spontanea di presunte irregolarità come contraffazioni ed imitazioni dei prodotti alimentari;
  • Centro di conoscenze sulle frodi e la qualità alimentare (KCFFQ), database di informazioni gestito dall’EU Science Hub aperto a maggio.

Nel 2017, tra i casi segnalati tramite il sistema ACA, ben 178 sono risultati non conformi alle regole delineate dall’Unione in materia di illeciti agroalimentari, tuttavia “la Commissione non ha ricevuto alcuna denuncia di casi di frode alimentare da parte delle autorità italiane” ha detto Vytenis Andriukatis. La rivelazione ha fortemente stupito tutte quelle organizzazioni che quotidianamente si battono per smascherare i falsi prodotti italiani nel mondo e che ora chiedono a gran voce alle autorità di denunciare in modo ufficiale il vilipendio del made in Italy.

ASACERT con il suo protocollo “ITA0039 | 100% Italian Taste Certification” ha deciso di certificare l’autenticità dei ristoranti italiani all’estero, che si impegnano giorno dopo giorno per proporre un’offerta culinaria rispettosa della tradizione e dei prodotti del nostro Paese.