Gli italiani già lo sapevano, ma il riconoscimento arriva stavolta da Taste Atlas, una enciclopedia dei sapori, che ha stilato una classifica delle cucine più amate al mondo suddivise per nazione, e al primo posto, c’è proprio l’Italia. Il nostro Paese, registra un punteggio di 4.72, seguito sui gradini più basso del podio dalla Grecia con 4,68 e dalla Spagna e dal Giappone a pari merito con 4,59. Chiudono la top 10 Stati Uniti, Francia e Perù.

Il prodotto che più di tutti convince gli amanti del cibo Italiano nel mondo è la pizza, seguita da risotto, tagliatelle al ragù alla bolognese, pasta alla carbonara, ravioli, gnocchi e tiramisù.

La pizza è prima anche tra i prodotti più famosi della cucina del nostro Paese nel mondo, seguita dal caffè espresso e spaghetti.

La fama della cucina italiana a livello internazionale è anche frutto dei tanti emigranti che si sono fatti portavoce della cultura gastronomica aprendo ristoranti in tutto il mondo.

I prodotti Made in Italy restano dunque forti sul mercato estero, a riprova della loro qualità, unicità e sicurezza.

Infatti, se da una parte i risultati dimostrano la forza del Made in Italy nel mondo, dall’altra si scontrano con la realtà della contraffazione, che sottrae oltre 120 miliardi di euro l’anno all’economia italiana. “Le ultime rilevazioni evidenziano come il prodotto italiano resti tra i più apprezzati a livello mondiale, anche in situazioni di difficoltà come quella che stiamo vivendo. – ha affermato Fabrizio Capaccioli, AD ASACERT e ideatore del protocollo ITA0039 | 100% Italian Taste Certification – In questo momento, più che mai, è importante puntare tutto sulla sicurezza e sulla certificazione dei prodotti 100% Made in Italy. “Non possiamo permetterci di farci depredare di questo fondamento della nostra cultura. Un’azione incessante che viviamo come una missione di valorizzazione del patrimonio italiano nel mondo. Per farlo – conclude Capaccioli- un tassello fondamentale è rappresentato dalla certificazione dei prodotti e dei ristoranti 100% italiani per combattere efficacemente il fenomeno dell’Italian Sounding”.