L’analisi di Coldiretti dei dati Istat sul commercio estero per i primi sei mesi del 2019 evidenzia una crescita record, ma il problema dell’Italian sounding resta e va combattuto con tutti gli strumenti possibili, certificazioni incluse.

Volano le esportazioni dell’agroalimentare nazionale che fanno registrare il record storico con un balzo del 5,5%, è quanto emerge da un’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio estero nel primo semestre del 2019, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Nei mesi presi in analisi sono stati esportati all’estero complessivamente beni agricoli e alimentari per un totale di 21,4 miliardi di euro.

Nonostante i dazi minacciati nei mesi scorsi dal presidente Trump, il boom della domanda estera di cibo autentico italiano è particolarmente evidente negli Stati Uniti, in cui si registra il +11%.
In generale, nella classifica dei paesi principali importatori di prodotti agroalimentari italiani, troviamo al primo posto la Germania, seguita da Francia, USA e, a sorpresa dato il difficile momento Brexit, il Regno Unito.

“Un trend che evidenzia – dichiara Coldiretti – la capacità del settore alimentare tricolore di intercettare la nuova domanda globale di alta qualità e tipicità che è tuttavia frenato dalla moltiplicazione delle imitazioni dei prodotti nazionali con il fenomeno del cosiddetto italian sounding che all’estero vale 100 miliardi di euro”.
“Per rafforzare e tutelare la presenza del Made in Italy sui mercati internazionali è importante trovare le necessarie sinergie tra l’attività diplomatica all’estero e quella economica” secondo il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, che “esprime apprezzamento per l’ipotesi di trasferimento delle competenze del commercio estero alla Farnesina”. 

“È importante supportare le esportazioni delle imprese – sottolinea Prandini – con un coinvolgimento delle Ambasciate, introducendo nella valutazione delle loro attività principi legati anche ai risultati commerciali a supporto del sistema economico nazionale, come già avviene in altri Paesi. Un cambiamento che deve essere sostenuto sul piano logistico con trasporti efficienti sulla linea ferroviaria e snodi aeroportuali per le merci che ci permettano di portare i nostri prodotti rapidamente da nord a sud del Paese e poi in ogni angolo d’Europa e del mondo”.

È sempre più evidente l’importanza dell’implementazione di strumenti validi per la battaglia contro l’Italian Sounding e la contraffazione alimentare.
A questo riguardo ASACERT ha elaborato “ITA0039 | 100% Italian Taste Certification”, un protocollo pensato per certificare i ristoranti italiani all’estero e per valorizzarne l’autenticità e l’impegno nella protezione della tradizione culinaria del nostro Paese
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Fonte: Coldiretti