Settimana della cucina italiana del mondo 2022. ITA0039, la prima certificazione al mondo per la tutela del vero Made in Italy nella ristorazione italiana all’estero, si concentra sull’impatto del fenomeno dell’Italian Sounding sulle vendite del Food&Beverage italiano nel mondo.  Fuori dai confini italiani, 6 prodotti alimentari su 10 spacciati per Made in Italy, sono in realtà piratati.

L’Italian Sounding riguarda il 97% dei sughi per pasta, il 94% delle conserve sott’olio e sotto aceto, il 76% dei pomodori in scatola e il 15% dei formaggi.

L’impatto globale del fenomeno conta un giro d’affari stimato in più di 120 miliardi di euro l’anno (in aumento del 70% negli ultimi dieci anni), cresciuto anche sulla spinta della guerra russo-ucraina, che impone limitazioni ed embarghi agli scambi commerciali.

La mappatura dei prodotti Italian Sounding in Europa e Nord America

Le categorie di prodotto maggiormente colpite dal fenomeno dell’Italian Sounding sono prodotti lattiero-caseari, pasta, prodotti da forno, prodotti a base di carne, condimenti, prodotti della confectionery e piatti pronti (sughi, conserve, aceto, olio, prodotti sott’olio e sott’aceto, vino, liquori, etc.).

In 21 paesi, in America e Europa, sono stati rilevati oltre 800 prodotti Italian Sounding, anche grazie alle segnalazioni dei consumatori sull’App gratuita ITA0039. Complessivamente, la categoria più colpita dal fenomeno è quella dei prodotti della confectionery: il 42% dei prodotti taroccati che richiamano quelli Made in Italy acquistati in Europa e Nord America sono piatti pronti e surgelati, sughi e conserve, prodotti sott’olio e sott’aceto, condimenti, caffè, etc. Un quarto dei prodotti più imitati sono invece i latticini, seguiti dalla pasta, con una quota del 16,1%.

Analizzando le singole aree, per i prodotti della confectionery, si registra in Europa un livello di diffusione in linea, se non addirittura superiore, alla media generale: oltre la metà dei prodotti Italian Sounding acquistati nei mercati europei rientra infatti in questa tipologia (più del 55%). Diversa, invece, la situazione nel territorio nordamericano, dove la confectionery scivola in seconda posizione (con una quota sui prodotti di imitazione italiana pari a più del 25%), lasciando la vetta del podio ai latticini e prodotti lattiero-caseari, (oltre un terzo dell’Italian Sounding venduto nell’area NAFTA è pari a più del 35%). Al terzo posto troviamo invece i prodotti a base di carne (più del 17%), di cui oltre la metà rappresentati dagli affettati (ben più del 50%).

Latticini e prodotti lattiero-caseari

I latticini sono fortemente colpiti dal fenomeno Italian Sounding, spesso collegato, su alcuni mercati come gli Stati Uniti, alla difficoltà di reperimento del prodotto autentico. Nell’Area NAFTA uno degli alimenti (parmesan a parte) ad essere maggiormente oggetto di imitazione è la mozzarella, che viene confezionata con un packaging evocativo dell’Italia ma anomalo rispetto alle tradizionali modalità di acquisto, ovvero spesso venduto in fette (come accade in Spagna) o scaglie a chiusura ermetica (come accade in Belgio o in Francia).

In alcune catene della GDO la riduzione del costo del prodotto rispetto all’originale si aggira intorno al -68% per il gorgonzola e il -75% per il provolone. Sono frequenti i marchi accompagnati da diciture come “Ricetta Italian Style” (Italian Style Recipe), Romano, o “sarvecchio” invece di stravecchio.

I latticini sono in terza posizione tra i prodotti più imitati in Europa, con una quota maggiore del 16%, e di questi ben più della metà (il 64%).

Prodotti della confectionery

Un terzo dei prodotti oggetto di imitazione appartenenti a questa categoria sono i sughi utilizzati nella preparazione di primi piatti, seguiti dai surgelati e dai piatti pronti (con una quota che supera il 22%) tra lasagne, insalate di pasta, risotti e caffè (quasi il 10%, diffuso soprattutto in Francia e Svizzera e USA).

Testa a testa in Europa con il reparto sughi e conserve per i piatti pronti e prodotti surgelati, troviamo la pizza (che rappresenta il 60% della categoria), con diverse storpiature come ad esempio la “pizza carbonara” rilevata in Spagna, oppure la pizza all’ananas in Olanda e Belgio.

Pasta

La pasta occupa il terzo posto tra i prodotti più imitati a livello globale, con una quota che supera il 16%. Tortellini, maccheroni e ravioli contraffatti sono i primi piatti maggiormente diffusi in Europa, dove si attestano ad essere la seconda categoria di prodotti più imitata, mentre in Nord America occupano la quarta posizione.

Ad ogni modo, il mercato europeo rappresenta più del 70% dell’export di pasta nel mondo. Oggi la Germania è il primo mercato per l’export di pasta italiana, seguito da Spagna e Belgio.

La pasta, regina del Made in Italy contraffatto, è stata rilevata anche in sud America. Diversi i nomi:“Tortellini tricolor”, “Raviolini” ecc.

Prodotti a base di carne

I prodotti Italian sounding a base di carne, prosciutto, mortadella, coppa, pancetta, risultano maggiormente diffusi in Nord America (con una quota che supera il 17%) e in Europa, dove la quota si ferma circa a poco più della metà, 9%.

 

Tra i prodotti regionali più piratati

Fontina Dop / Fontiago

Gorgonzola Dop / Zola, Combozola

Salame Milano / Milano Salama

Asiago Dop / Asiago Cheese

Prosciutto San Daniele Dop / San Daniele Prosciutto – Jambon Ham

Mortadella Bologna / Bologna, Mortadela

Aceto Balsamico di Modena Igp / Balsamic Winegar

Pecorino Romano Dop / Romano Cheeese

Mozzarella di Bufala Campana Dop / Fresh Buffalo Mozzarella

Salame Napoli / Salama Napoli

 

Difendi con noi la cucina italiana nel mondo, tutto l’anno. Scarica l’app gratuita ITA0039 e diventa una sentinella del vero Made in Italy all’estero!