Il 18 febbraio è il Global Drink Wine Day: un’occasione in più, una motivazione legittima, per assaporare un buon bicchiere di vino. Lo scopo della Giornata è quello di diffondere l’amore e i benefici del vino. Il vino, del resto, ha da sempre giocato un ruolo importante nella storia, nella religione e nelle relazioni, persino per la salute, riducendo il rischio di malattie cardiache.

Il vino e l’uomo condividono un cammino comune da diverse migliaia di anni. Certo, nessuno sa chi sia stato il primo a far fermentare l’uva, ma prove di tentativi ed esperimenti di produzione di vino sono stata ritrovate in Cina, Medio Oriente e Grecia. Il che lascia pensare che culture diverse abbiano scoperto il processo quasi contemporaneamente. La più antica cantina conosciuta, poi, è stata trovata in una grotta in Armenia e ha più di 4.000 anni; barili di vino sono stati scoperti nelle tombe dei faraoni egiziani, e gli antichi greci usavano il vino in cerimonie religiose.

Anche se il vino ha assunto nel corso dei secoli aspetti diversi, il processo è cambiato molto poco nelle migliaia di anni dalla sua invenzione: l’uva viene schiacciata, pressata e fermentata, e la miscela viene sigillata in botti, invecchiata e poi imbottigliata. Usando questi semplici passi, si può creare un’infinita varietà di vini, e diverse regioni del mondo sono conosciute per le distinte annate che producono. Fattori come il suolo, la temperatura e il tempo influenzano il modo in cui l’uva da vino cresce: due bottiglie dello stesso vino appartenenti allo stesso vigneto possono avere un sapore totalmente diverso a seconda dell’anno in cui sono state prodotte, con il risultato che alcune annate diventano molto ricercate e parecchio costose.

Oggi acquistiamo vino sia per il piacere di berlo, sia per l’effetto collaterale e sociale che l’etichetta e il suo costo possiedono. Eppure il vino, da Omero fino a pochi decenni fa, ha avuto un ruolo differente: bere vino era prima di tutto un atto di cultura. Il vino rappresentava l’elemento innovativo dell’attività agricola e il lavoro dei vinicoltori era seguito e apprezzato allo stesso modo sia dai poveri che dalle classi sociali più abbienti.

La rivoluzione industriale ha cambiato tutto, demolendo l’associazione tra agricoltura e vino. Ma, in fondo, quest’ultimo resta un prodotto agricolo, il fattore più esemplificativo di ciò che la terra è in grado di offrirci in termini di caratteristiche e tradizioni. Basti pensare al fatto che per migliaia di anni, gli agricoltori – consapevoli che per ogni cento metri la terra potesse presentare enormi differenze – hanno usato come linee guida proprio le caratteristiche dell’uva.

Il settore del vino non è solo quello che – nel pieno della pandemia da Covid-19 – ha subito il minor calo in termini di vendite, ma anche quello che già nel 2022 sarà il primo a ritornare ai livelli pre-Covid.

Il 2021 è stato un anno d’oro per il vino italiano. Un anno che ha visto le vendite aumentare sia per i vini fermi confezionati (+15% con punte del +20% per i rossi), che per gli spumanti (+20%).  In molti casi sia tra singole denominazioni che a livello di aziende i risultati raggiunti nel 2021 sono stati addirittura migliori rispetto al 2019. Tanto che, secondo l’Osservatorio dell’Unione italiana Vini, si toccherà un nuovo record di esportazioni di vino italiano, raggiugendo quota 7,1 miliardi di euro con una crescita del 13% rispetto al 2020 ma superiore del 10% anche rispetto al 2019. Un vero e proprio boom che non intende fermarsi, tanto che stando al Wine Report realizzato da Cross Border Growth Capital, advisor leader in Italia per operazioni di finanza straordinaria per startup e Pmi, il 2025 il settore avrà un valore stimato di 19 miliardi di euro.

Tra le etichette più vendute troviamo sia rinomate etichette Made in Italy come il Brunello di Montalcino che nel 2021 ha superato quota 11 milioni di bottiglie vendute. Tra i grandi rossi toscani un buon risultato si registra anche per il Chianti classico (+21% sul 2020 e +11% sul 2019) con 35 milioni di bottiglie esportate. Crescite importanti anche per i vini della Valpolicella trainati dall’Amarone (+30% sul 2020), per il Barolo che ha registrato +22% sul 2020 e il Barbaresco (+17% sul 2020).

Trending topic degli ultimi giorni nel web italiano è la questione legata alla proposta dello scienziato francese Serge Hercberg inventore del Nutriscore (di cui avevamo parlato QUI) di assegnare l’etichetta da lui ideata anche al vino e a tutte le bevande alcoliche, aggiungendo una “F” (massima pericolosità) di colore nero.

“Un tentativo di demonizzare il consumo di vino e birra attraverso allarmi salutistici in etichetta, come già avvenuto per le sigarette” l’hanno definito Coldiretti e Filiera Italia. Una proposta, comunque, mai arrivata in Parlamento europeo.

Ci ha pensato comunque la plenaria del 15 febbraio a Strasburgo a mettere fine alle polemiche: il Parlamento UE ha approvato gli emendamenti presentati da De Castro e Dorfmann alla relazione Beating Cancer Plan UE, ovvero il piano europeo per la lotta al cancro, che rischiava di equiparare il consumo di vino e alcolici a quello delle sigarette.

Nessun dubbio per gli scienziati che tutte le bevande contenenti alcool portino con sé un rischio oncologico (derivante dalla digestione dell’etanolo), ma il consumo moderato di vino, così come quello di carni rosse, zucchero e formaggi, è alla base della dieta mediterranea, simbolo di salubrità e benessere da secoli.

Il Parlamento Europeo salva quasi diecimila anni di storia del vino– dichiara Ettore Prandini, presidente Coldiretti –ll giusto impegno dell’Unione Europea per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi – sottolinea – “in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. L’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo condannando lo specifico prodotto”.

Il Parlamento UE ha stabilito che sarà necessario distinguere il consumo moderato dall’abuso, non ci saranno gli “health warnings” ovvero gli avvisi come sui pacchetti delle sigarette e di tabacco, e si potrà continuare a fare pubblicità per i prodotti della categoria in relazione alle attività sportive.

Insomma, stasera potremo tutti celebrare il Global Wine Drink Day versandoci un bicchiere senza troppi pensieri.