“Italian sounding”, anzi “Venetian sounding”. L’ultimo episodio di concorrenza sleale colpisce la Grappa, vittima di un tentativo di imitazione: esiste infatti una grappa prodotta con le vinacce usate per lo champagne che si chiama Grappagner, con tanto di sito internet, è prodotta in Germania ed è il caso più singolare di gioco malizioso sulle parole per far credere quello che non è (e ingannare chi acquista).

L’ha scoperta sul web, Roberto Castagner, fondatore e presidente dell’omonima distilleria di Vazzola, al cui nome l’etichetta tedesca pare essersi evidentemente ispirata (foto).

“Da un lato sono piacevolmente sorpreso – è il commento del distillatore trevigiano – perché se è stato scelto intenzionalmente di far richiamo al marchio Castagner per promuovere una grappa vuol dire che ho raggiunto una reputazione internazionale maggiore di quanto io stesso immagini. Dall’altro non potrò fare a meno di attivare subito i miei legali e altrettanto faranno quelli di Assodistil come reazione ad un gesto di vera e propria concorrenza sleale”.

Il far leva sull’utilizzo di marchi e denominazioni che evocano il vastissimo portafoglio agroalimentare di qualità italiano per promuovere e commercializzare prodotti che con il nostro Paese non hanno nulla a che fare, del resto, non è certo un fenomeno nuovo. Fino ad oggi Assocamerestero, l’associazione dei 78 enti camerali italiani all’estero, ha censito oltre 800 prodotti Italian Sounding (come Parmesan, Mortadela, Sarvecchio anziché “Stravecchio”, eccetera) i quali, nel 2018, avrebbero generato un giro d’affari di oltre 90 miliardi di euro, cioè quasi tre volte il valore delle esportazioni di analoghi prodotti autentici italiani.

Per la grappa, però, non ci sono precedenti e il caso di Grappagner non può certo essere considerato marginale dato che è proprio la Germania, con il 65% dell’export totale, il primo mercato di destinazione della grappa italiana.“Hanno scelto il mercato giusto – incalza Castagner – un prodotto in ascesa come la grappa e un brand affermato, per di più utilizzando una denominazione evocativa del lusso come champagne: credo ci siano tutti gli estremi per parlare di truffa ai danni dei consumatori su di un prodotto tutelato a livello europeo visto che la Grappa è un’ IG”.

In base ad una recente indagine di mercato Doxa, infatti, nella scelta di acquisto di una marca di grappa l’immagine del brand pesa per il 23%, ed il 18% dei consumatori fa attenzione alla notorietà del nome prima che alla convenienza o al packaging.
Castagner produce a Visnà di Vazzola il 15% di tutta la grappa, e risulta ottavo nella classifica dei primi dieci distillatori italiani, ha chiuso l’anno luglio 2017 – giugno 2018 con un fatturato di 13,5 milioni, atteso in crescita di circa il 7% per l’esercizio in corso.

La vittoria dell’Asiago in Giappone

Solo pochi giorni fa, nel corso di Foodex Japan, la principale fiera dell’agroalimentare in Giappone, il Consorzio Tutela Formaggio Asiago ha ottenuto dalle autorità l’immediato ritiro di un prodotto che evocava impropriamente la denominazione Asiago. E’ questa, in assoluto, la prima volta che si procede al ritiro immediato, in una fiera giapponese, di un prodotto che viola il diritto alla tutela garantito dall’entrata in vigore, lo scorso primo febbraio, dell’accordo di partenariato economico tra il Giappone e l’Unione Europea (EPA).

Dal primo febbraio 2019, con l’entrata in vigore degli accordi internazionali, il Consorzio Tutela Formaggio Asiago gode, in Giappone, del pieno riconoscimento e tutela. Un risultato frutto di un lungo percorso, iniziato con l’affermazione dei diritti di proprietà intellettuale, nel 2012, e proseguito con una serie di vittorie legali contro diversi tentativi di usurpazione. Parallelamente, il Consorzio si è sempre impegnato in un’intensa azione di promozione e valorizzazione del prodotto, accogliendo delegazioni giapponesi in Italia e partecipando, tra gli altri, all’EU Geographical Indications Cheese Festival, la prima rassegna interamente dedicata ai formaggi europei ad indicazione geografica, promuovendo l’incontro esclusivo di RECIPEBLOG,  con una quarantina di opinion leader giapponesi, fino ad arrivare alla partecipazione, in questi giorni, a Foodex, la principale fiera dell’agroalimentare in Giappone.

La presenza attiva del Consorzio a Foodex Japan e il suo intervento tempestivo, con la segnalazione, alle autorità giapponesi, dell’esposizione di un prodotto che evocava impropriamente la denominazione Asiago e la richiesta di un suo ritiro immediato, è stato il primo banco di prova dell’efficacia dell’accordo di partenariato economico con l’Unione Europea (EPA). Nell’arco di poche ore, funzionari del Ministero dell’Agricoltura, Foreste e Pesca (MAFF) giapponese hanno accolto la richiesta del Consorzio Tutela Formaggio Asiago e provveduto a far ritirare il prodotto evocativo esposto in uno stand statunitense pur senza godere del diritto di essere commercializzato in Giappone.

“Quest’azione, –  afferma il presidente del Consorzio Tutela Formaggio Asiago, Fiorenzo Rigoni –  frutto del sistema di vigilanza puntale del Consorzio e dell’ottima collaborazione avviata con le autorità giapponesi dimostra concretamente gli effetti dei negoziati e offre a tutti i nostri soci la certezza di poter cogliere, in un contesto di piena tutela, il grande interesse che la proposta di valore gastronomico e culturale contenuta nel formaggio Asiago DOP, grande espressione del Made in Italy, riscuote in questo Paese”.

 

Fonte: Il Sole 24 Ore

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