“I prodotti italiani sono sicuri e fanno bene, possono e devono essere consumati in Italia e nel mondo”
Teresa Bellanova, Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
Il bieco tentativo di boicottaggio dei prodotti italiani a cui stiamo assistendo in questi giorni negli scaffali della grande distribuzione estera, è la manifestazione di una delle tante forme di concorrenza sleale nei confronti del Made in Italy. L’ennesimo, indegno tentativo di tagliare le gambe alle eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche italiane, che non hanno rivali al mondo per qualità e varietà. La sensazione è che lo sciacallaggio di cui i beni italiani sono stati oggetto fosse lì, dietro l’angolo, pronto ad essere messo in atto con un click! Una sorta di macchina del sabotaggio, a cui le nostre aziende e i produttori italiani devono poter reagire compatti, affiancati dal deciso supporto istituzionale a tutti i livelli.
Se così non fosse, rischieremmo tutti di pagare un prezzo troppo alto.
“La reputazione del Sistema Italia non è in forse, gli asset su cui si basa non sono intaccati: la nostra capacità di fare impresa e farla bene è la stessa di sempre” afferma Fabrizio Capaccioli – Managing Director di ASACERT e ideatore di ITA0039 – “d’altro canto, nel breve periodo l’export va supportato attraverso una campagna marketing a livello globale senza precedenti. Solo con strumenti incisivi saremo in grado di contrastare gli spregevoli tentativi di screditare le eccellenze del Made in Italy”.
Mangiare italiano fa bene, ammesso che sia davvero tale. L’Italia vanta il maggior numero di controlli sugli alimenti e sulle coltivazioni. In tutta Europa dà vita alle produzioni più sane, sostenibili e “chemical-free” del pianeta: ben il 50% delle emissioni nocive in meno delle altre agricolture europee. Anche la biodiversità è un altro primato tutto italiano, grazie anche all’utilizzo, nella stragrande maggioranza delle coltivazioni, di concimi organici*. Tali sono i valori che contraddistinguono la produzione agroalimentare italiana, che chiede a gran voce di essere tutelata, supportata ed affiancata, oggi più che mai. È il cibo italiano, più della dieta mediterranea, ad essere il vero rappresentante di uno stile di vita migliore, incrementando le nostre difese immunitarie, anche a tavola.
La disavventura sanitaria che stiamo affrontando a livello mondiale è innegabile, ma come è sempre accaduto nella storia dell’umanità, dietro a ogni difficoltà si nasconde un’opportunità di crescita (per chi sa coglierla). In questo contesto di chance aumentata, va inquadrato il numero crescente di cittadini italiani ed esteri per i quali l’attenzione all’impatto che i cibi hanno sulla salute collettiva e sull’ambiente, rappresenta un elemento sempre più quotidiano. Il tema della sicurezza alimentare e della prevenzione delle patologie (stagionali e non), è un percorso che si sviluppa anche attraverso sistemi di certificazione seri ed affidabili, puntando alla trasparenza delle informazioni, accertando la genuina autenticità italiana dei prodotti e contrastando il fenomeno del falso italiano.
La tradizione agroalimentare italiana rappresenta un’indiscutibile icona del mangiar bene e dello star bene, è una garanzia per la salute pubblica, va esportata e diffusa con tutti i mezzi e gli strumenti a nostra disposizione e, perché no, creando dei canali di diffusione tutti nuovi.
Il cibo, unitamente ai beni artistici e culturali, rappresenta l’elemento italiano più identificativo nel mondo. Il tentativo di erosione dell’immagine e del patrimonio agroalimentare ed enogastronomico, in un momento di difficoltà come quello che stiamo affrontando, sottrae ricchezza, occupazione e chance di crescita per il nostro paese. L’enogastronomia rappresenta parte del capitale culturale e identitario italiano anche all’estero. ITA0039, è pronta a difenderlo.
*Ettore Prandini, Presidente Coldiretti – Villaggio Coldiretti di Matera Nov-Dic 2019