Dal campo al Recovery, la strategia per rendere ancora più competitivo e sostenibile uno degli orgogli italiani
Una crescita di 3 punti del Pil entro il 2026, la previsione di Mario Draghi per l’Italia. Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è a Bruxelles. La Commissione UE dovrà dare il suo parere definitivo entro il primo agosto e, se approvato, entro settembre l’Italia sarà destinataria dei primi 25 miliardi. Sono complessivamente 222 i miliardi tra i fondi europei del Recovery Plan (191,5 miliardi) e le risorse nazionali (circa 30 miliardi). Sei le aree di intervento individuate: digitalizzazione e innovazione; transizione ecologica (cui va il 30% del totale); infrastrutture e mobilità; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute.
Con il PNRR, l’intera filiera agroalimentare dovrà saper innovare e rendere sostenibili le sue attività, per le quali sono stati stanziati oltre 6,8 miliardi di euro. Innovazione dei processi di produzione, formazione per l’utilizzo di strumenti tecnologici e digitali, nuove vie per ridurre l’impatto ambientale ed economico.
Dal campo alla tavola, sostenibilità è il nuovo mantra, non solo meditativo ma sempre più concreto e fattivo. Lo chiede l’Unione europea, con il Green Deal e la strategia Farm to fork, che impongono entro il 2030 di ridurre:
- del 50 % l’uso di pesticidi e dei rischi correlati
- di almeno il 20 % l’uso di fertilizzanti
- del 50 % le vendite di antimicrobici utilizzati per gli animali d’allevamento e l’acquacoltura
- e di raggiungere l’obiettivo di destinare il 25 % dei terreni agricoli all’agricoltura biologica.
Cambi di paradigmi previsti anche dal Recovery Plan, che darà concretamente un supporto economico a chi investirà in innovazione sostenibile.
Queste le ripartizioni dei fondi:
- 800 milioni per la logistica
- 1,5 miliardi per sostituire le coperture degli stabilimenti agricoli con impianti fotovoltaici (agrisolare)
- 500 milioni per l’ammodernamento delle macchine agricole
- 1,2 miliardi, nel fondo complementare, per i Contratti di Filiera, verso un’innovazione profonda
- 2 miliardi per lo sviluppo delle produzioni e delle tecnologie inerenti il biogas e il biometano
- 880 milioni per gli invasi e il sistema irriguo, per aumentare la capacità di raccolta di acqua piovana.
Il patrimonio agroalimentare italiano non ha nulla da nascondere tanto che, nell’anno della pandemia, è cresciuto soprattutto nell’export, in controtendenza rispetto all’economia nazionale. Secondo un’analisi Coldiretti, su dati Istat, le esportazioni dei prodotti agroalimentari sono aumentate dell‘1,4%. È soprattutto la Germania a comprare italiano (+5,5%), seguita, nonostante i dazi, dagli Stati Uniti (+5,2%). L’agroalimentare italiano è, dunque, campione di resilienza, gusto e salubrità. È italiana la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole bio. Non da ultimo, il primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari. Lo sa bene ITA0039 | 100% Italian Taste Certification, che opera da anni attraverso il proprio iter di certificazione, verificando che dietro ai classici simboli di italianità riportati sulle confezioni e sulle insegne, ci sia un autentico ristorante italiano, che utilizza prodotti originali, provenienti da fornitori italiani.
È la tutela e la valorizzazione delle nostre tradizioni, che ispirano il cammino del protocollo ITA0039 supportato da validi partner e dal crescente entusiasmo riscontrato nei tantissimi ristoratori e produttori italiani nel mondo. A disposizione di ristoratori, produttori e consumatori, l’APP ITA0039 è la soluzione tecnologica, studiata da ASACERT, per la tutela del vero Made in Italy, nei ristoranti e nelle pizzerie di tutto il mondo. Uno strumento parte dell’ampio Progetto ITA0039.
“Gli italiani hanno insegnato al mondo a mangiare sedendosi a tavola. Tuttavia, negli anni chiunque si sia recato all’estero e abbia voluto provare un ristorante italiano, per curiosità o nostalgia, spesso si è trovato davanti a folkloristiche rappresentazioni deludenti e lontane anni luce dalla nostra cucina, se poi parliamo, dei prodotti, imbattiamo nel vero tallone d’Achille della nostra bilancia commerciale in campo agroalimentare. È questa una delle leve motivazionali di ITA0039, la certificazione strumento di riconoscibilità e autenticità, un network articolato e affidabile, dedicato alla valorizzazione e diffusione del prodotto enogastronomico italiano nel mondo. C’è bisogno di sostenibilità e di salubrità, con o senza PNRR, ITA0039 c’è!” Le parole di Fabrizio Capaccioli – AD ASACERT e ideatore del Protocollo ITA0039.