19-25 Ottobre 2020, ricorre la quinta edizione della Settimana Anticontraffazione, promossa dalla Direzione Generale per la Tutela della Proprietà Industriale – UIBM del Ministero dello Sviluppo Economico. Un’occasione per accendere ancora una volta i riflettori sul grave impatto della contraffazione a livello macroeconomico e microeconomico, un danno per il Sistema Paese e per i settori produttivi, che lede la competitività delle imprese di ogni dimensione.

Un fenomeno che riguarda illeciti relativi alla violazione del marchio registrato, delle denominazioni di origine (DOP, DOC, DOCG, IGP, ecc.), del logo, del design, del copyright, fino ad arrivare alla contraffazione del prodotto stesso con implicazioni, nei casi più gravi, anche igienico-sanitarie. L’uso, ad esempio, di ingredienti nocivi per la salute ovvero la pratica di procedure di produzione e conservazione non idonee e prive di tracciabilità, spesso apponendo un Made in Italy su prodotti realizzati all’estero, abusando di indicazioni di marchi di qualità. Intanto chiariamo cosa si indica con il termine inglese “Italian Sounding”. Si tratta di un fenomeno che consiste nell’utilizzo (su etichette e confezioni) di denominazioni, riferimenti geografici, immagini, combinazioni cromatiche e marchi che evocano l’Italia, “giocando” su alcuni dei suoi più famosi prodotti tipici, inducendo ingannevolmente a credere che siano autentici italiani.

Veniamo ad un esempio concreto e diamo un po’ di numeri: nel 2019, il Parmesan ha venduto negli stati uniti 900 mila tonnellate di prodotto, contro le 150 mila di Parmigiano Reggiano. Ma è tutto il comparto dal falso Made in Italy a crescere senza battute d’arresto, +70% negli ultimi dieci anni. Il falso alimentare ispirato ai prodotti tricolore vale oggi più del doppio della filiera autentica: oltre 100 miliardi di euro contro 42, a vantaggio del cosiddetto Italian Sounding, sottraendo all’agroalimentare italiano 300 mila posti di lavoro stimati.

È in questo ambito che si muove ITA0039, in prima linea per la diffusione e la salvaguardia del vero Made in Italy nella ristorazione italiana e nel mondo dell’enogastronomia all’estero. Si tratta dello strumento con cui ASACERT, insieme a Coldiretti, FAI, il supporto di ANRA, IFSE e PROMOItalia, traccia il cammino verso la difesa, la promozione e la valorizzazione della vera italianità nel mondo, in difesa dell’intero comparto agroalimentare, attraverso la ristorazione italiana all’estero.

Fabrizio Capaccioli
Managing Director ASACERT

Diffondere consapevolezza contro l’Italian Sounding, è parte della soluzione dei problemi legati al falso italiano. Contrastare questo deplorevole fenomeno significa tutelare identità e distinzione territoriale e difendere uno dei baluardi del valore italiano in tempi di crisi.” Afferma Fabrizio Capaccioli, ideatore di ITA0039 | 100% Italian Taste Certification. “Le complessità risiedono nella individuazione e nella tracciabilità rapida dei prodotti a rischio, in modo da spezzare quel malsano ingranaggio che genera problemi di salute a cittadini e imprese, nel peggiore dei casi, ma anche a lungo termine, un calo di fiducia nei consumatori, che provoca il taglio generalizzato della spesa e che spesso ha messo ingiustamente in difficoltà interi comparti produttivi e perdite di posti di lavoro. Siamo stati tra i primi con il Protocollo ITA0039, in intesa con Coldiretti e partner prestigiosi a prendere le difese del vero patrimonio agroalimentare italiano, il nostro network è pronto per linkare in un solo gesto autentici e certificati ristoratori italiani, produttori certificati e, naturalmente, consumatori alla ricerca del sano ed inimitabile mangiar bene italiano. È un altro passo sul cammino della salvaguardia del vero Made in Italy!“.