«La vera sfida è esportare prodotti di qualità e saperli valorizzare, col coraggio e l’intraprendenza di consolidati professionisti e di giovani chef»: lo ha affermato il presidente di Gambero Rosso Paolo Cuccia, presentando a Roma domenica scorsa la nuova edizione di Top Italian Restaurants di Gambero Rosso, la guida digitale in inglese che mappa, classifica e recensisce 500 indirizzi in oltre 35 nazioni. Sempre più apprezzata, ricercata nel prodotto, fiera di esporre il suo carattere regionale e le ricette più semplici: è questo il quadro che emerge della ristorazione italiana all’estero. E la guida lo sottolinea utilizzando il classico rating, da uno a tre, di simboli ormai ben consolidati e riconosciuti: forchette per i ristoranti fine dining, gamberi per le cucine tradizionali, spicchi per le pizzerie e bottiglie per winebar ed enotavole. La guida Top Italian Restaurants è disponibile in formato digitale e accessibile all’indirizzo www.gamberorosso.it/restaurants.

Alla base di Top Italian Restaurants c’è l’opportunità di tracciare l’evoluzione del gusto italiano, testimoniare i locali che utilizzano prodotti certificati e di qualità e sostenere i professionisti che, con grandissima dedizione e passione, trasformano, promuovono e raccontano le eccellenze dei prodotti italiani. Prodotti che vengono maggiormente sponsorizzati grazie anche alle produzioni editoriali di Gambero Rosso: Top Italian Food & Beverage Experience, la guida che traccia una mappa delle migliori produzioni e aziende agroalimentari del made in Italy e Guida Vini d’Italia, tradotta in inglese, tedesco, cinese e giapponese per soddisfare la grande richiesta estera di approfondimento e conoscenza delle eccellenze italiane. Grazie al lavoro di questi grandi esperti e imprenditori, disposti a investire e combattere con forza il fenomeno dell’italian sounding, la ristorazione made in Italy all’estero continua a vivere un’era di grande successo, utile a potenziare il vasto panorama agroalimentare italiano, unico per biodiversità e per qualità al mondo. L’export agroalimentare italiano è l’isola felice dell’economia nazionale, che ha superato la cifra record di 41 miliardi nel 2017, +6,8% rispetto al 2016, trainato dalla crescita della ristorazione italiana. Di pari passo aumentano gli eventi internazionali del Gambero Rosso che nella stagione 2018/2019 ha programmato ben 35 eventi, con degustazioni e premiazioni della ristorazione italiana.

Durante la premiazione al Chorus Cafè di via della Conciliazione, guidato dal re della mixologia Massimo D’Addezio, i protagonisti del menu creato appositamente per la presentazione della guida sono stati Michele Farnesi, chef e proprietario di Dilia a Parigi, premiato come Chef dell’Anno e Federico Zanellato, executive chef di LuMi a Sydney, Ristorante dell’Anno.
La Pizzeria dell’Anno è nella Grande Mela dove c’è un angolo squisitamente partenopeo: Song’ E Napoli di Ciro Iovine. La Carta dei Vini dell’Anno punta il Sud America e premia il grande lavoro di Rolly Pavia, con la sua Osteria del Becco a Città del Messico, forte di una collezione enologica italiana da brividi, con oltre 40 mila etichette di vini di culto dal dopoguerra ad oggi. Ancora, l’Apertura dell’Anno è firmata dalla famiglia Iaccarino, in questo caso siamo a Toronto: Don Alfonso gira già a pieno ritmo a pochi mesi dall’inaugurazione.
Infine, il Premio Innovazione/Tradizione rende merito a Luigia, il progetto di Enrico Coppola e Luigi Guarnaccia, capaci di replicare pizzerie di alta qualità, a Ginevra come a Dubai, puntando su concept nuovi e formule imprenditoriali vincenti.

Fonte: Gambero Rosso

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