Gli USA, primo mercato di sbocco dell’agroalimentare Made in Italy al di fuori dell’Europa, hanno confermato i dazi aggiuntivi sulle esportazioni italiane. Ciò, nonostante il gesto conciliativo da parte del consorzio Grana Padano di donare al neo eletto Presidente una forma da 40 chili di Grana Padano Riserva stagionata 20 mesi, resa ancora più speciale dal fatto che mezza forma è stata dipinta con il tricolore e l’altra mezza a stelle e strisce.

Eppure, tra i prodotti da tassare c’è proprio il Grana Padano, oltre che Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone, salami, mortadelle, crostacei, molluschi, agrumi, succhi, cordiali e liquori come amari e limoncello. Il vino italiano, la principale voce di esportazione agroalimentare italiana negli Stati Uniti (circa 1,5 miliardi di euro), non è stato oggetto di strategie ritorsive.

Occorrerebbe un’azione economico-diplomatica, per estendere le politiche applicate grazie al CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement). Secondo l’accordo, i dazi canadesi sulle importazioni dall’Europa sono ridotti del 98% e negli ultimi due anni l’export verso questo Paese è cresciuto in modo esponenziale. Con gli Stati Uniti, invece, ritorsioni a parte, non c’è un accordo bilaterale, motivo per il quale moltissimi prodotti italiani non sono tutelati. In questo scenario è evidente che nessun produttore italiano riesce a competere con i prodotti Italian Sounding, un grave problema, che deve rimanere centrale nel 2021. Ricordiamo che sale ad oltre 100 miliardi il valore del “falso” Made in Italy agroalimentare nel mondo, con un aumento record del 70 per cento nel corso dell’ultimo decennio, come a dire che nel mercato estero, più di 2/3 di prodotti che si dicono italiani, sono fake.

Intanto, nel 2020 la pandemia ha cambiato anche le abitudini e i comportamenti dei consumatori globali, a partire proprio dal luogo in cui tutto ha avuto inizio: la Cina, che costituisce il principale canale potenziale per i prodotti italiani. Una grande tradizione culinaria, sempre più sensibile ai prodotti occidentali e ricercati. Riuscire in un’opera di divulgazione in favore dei veri prodotti d’eccellenza italiana e, soprattutto, far comprendere che l’autenticità della scelta è determinante per la sua qualità finale, resta un elemento fondamentale per la salvaguardia delle potenzialità del Made in Italy in quei territori. Molto fanno le associazioni territoriali come PROMOItalia, Associazione Italiana e partner di ITA0039, che ha lo scopo di promuovere nella Repubblica Popolare Cinese, Hong Kong e Macao la cultura enogastronomica e agroalimentare italiana. La partnership tra PROMOItalia e Ita0039 vuole valorizzare: le origini delle materie prime Made in Italy e il loro legame con i territori, le tecniche ristorative e la tradizione culinaria italiana contro l’Italian Sounding, in vista di una concreta diffusione dell’Italian Way of Life anche a Tavola.

Grande attenzione in Cina in particolare al mondo bio. Il 19% della middle-upper class cinese ha, infatti, acquistato almeno un prodotto bio Made in Italy nel 2020 ed il nostro Paese è considerato una garanzia di qualità nel biologico, soprattutto per quanto riguarda i prodotti lattiero-caseari, il baby food, la carne, la pasta e i prodotti da forno (dati Nomisma). I consumatori cinesi mettono l’Italia al primo posto, sia per la qualità degli alimenti in generale (il 17% cita l’Italia quando pensa ad un Paese produttore di eccellenze nel Food & Beverage) che per quella dei prodotti biologici (18%).

La sfida è continuare a valorizzare le eccellenze italiane, tutelandole e diffondendone le qualità e le modalità di approvvigionamento certificate e per questo garantite e sicure per la salute del consumatore mondiale.

I prodotti agroalimentari italiani, provengono dalle coltivazioni più controllate d’Europa, e sono le produzioni più sane, sostenibili e “chemical-free” del pianeta. – Afferma Fabrizio Capaccioli, Managing Director ASACERT e ideatore del Protocollo di certificazione ITA039 100% Italian Taste Certification – Insomma, mangiare italiano fa bene, ammesso che sia davvero tale. Anche la biodiversità è un altro primato tutto italiano, grazie anche all’utilizzo, nella stragrande maggioranza delle coltivazioni, di concimi organici. Ecco, questi sono i valori che contraddistinguono la produzione agroalimentare italiana, che chiede a gran voce di essere tutelata, supportata ed affiancata, oggi più di ieri, anche grazie al Protocollo ITA0039. – E conclude – Il nostro Network vuole essere un sistema integrato per costruire un futuro dove il gusto è intensificato dalla sincerità con cui viene trasportato dalla terra al palato, diffondendo e difendendo le eccellenze della grande tradizione agroalimentare italiana.”