Livia Drusilla Claudia, meglio nota come la moglie dell’Imperatore Augusto, raggiunse la veneranda età – per l’epoca – di 86 anni. Si narra che il merito di questo traguardo si debba al pucinum che la donna beveva quotidianamente e che, altro non sarebbe, che il nostro amatissimo e italianissimo Prosecco.

Nel 2008 è stato avviato il processo per ottenere il riconoscimento a Patrimonio Unesco: un lavoro lungo più di dieci anni, che si è concluso nel 2019 con l’iscrizione del sito alla World Heritage List, durante la 43° Assemblea Unesco a Baku, trasformando le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene in Patrimonio dell’umanità.

In questi giorni, però, il Prosecco è stato al centro di un dibattito piuttosto acceso, che ha visto scontrarsi – in particolare – l’Italia e la Croazia, sotto l’arbitrato della Commissione Europea alla quale è stata sottoposta la richiesta da parte del paese del nord est di registrare il nome Prosěk.

Un po’ più ad est, la Russia, si è distinta per il blocco che dal 2014 ha colpito una serie di prodotti alimentari – frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia e Australia – risparmiando solo le bevande che ne sono state escluse. Tant’è che l’esportazione di spumante italiano è aumentata rispetto al 2020. Il blocco, però, si è fatto sentire portando a un aumento esponenziale dei prodotti Made in Italy taroccati, con una serie di conseguenze disastrose per i ristoranti italiani in Russia che, perdendo quel tocco di italianità, sono sprofondati tra gli imitatori. Ne parliamo anche in questo articolo.

Alla Russia poi si uniscono anche molti altri paesi come la Svizzera, l’Argentina, il Brasile e la Bielorussia dove, le esportazioni dei cibi italiani taroccati sono in aumento: mascarpone, mozzarella, ricotta, provoletta, salame tutto rigorosamente Made NON in Italy.

L’Italian sounding è sicuramente uno dei lati oscuri della medaglia che vanno gestiti, quando si possiede uno dei patrimoni enogastronomici ed agroalimentari più apprezzati al mondo. Com’è ormai tristemente noto, si tratta di un fenomeno che consiste nell’utilizzo di nomi, paesaggi, colori (tricolore) che richiamano più o meno velatamente l’Italia, ma che in realtà non hanno nulla a che fare col Belpaese. Ne consegue un’economia parallela il cui valore sembra al momento inestimabile (si parla di 100 miliardi considerando prodotti, filiere, costi sociali).

La certificazione “ITA0039 | 100 % Italian Taste Certification” continua a difendere, promuovere e valorizzare la “vera” italianità in tutto il mondo, nell’ambito della ristorazione e della distribuzione enogastronomica, anche in Russia. Il protocollo si prefigge di tutelare, anche grazie all’utilizzo della nuova APP ITA0039, l’intera filiera agroalimentare italiana, dalla produzione fino alla trasformazione culinaria della materia prima, garantendo e certificando i veri ristoratori italiani all’estero, creando una connessione virtuosa tra produttori, ristoratori e consumatori. La certificazione, messa a punto da ASACERT, favorisce la promozione della vera ristorazione italiana e la tutela delle eccellenze alimentari italiane, attraverso la lotta alla contraffazione degli alimenti ed il contrasto dei fenomeni riconducibili all’Italian Sounding.

Desideriamo rendere giustizia ad una agri-cultura che dà vita alle produzioni più sane, sostenibili e chemical-free del pianeta, valorizzandone la biodiversità, che è un altro primato tutto italiano, grazie anche all’utilizzo, nella stragrande maggioranza delle coltivazioni, di concimi organici. Siamo orgogliosi di questi valori che contraddistinguono la produzione agroalimentare italiana, che chiede a gran voce di essere tutelata, supportata ed affiancata, oggi più di ieri, grazie alla diffusione della consapevolezza che il cibo che mangiamo rappresenta una scelta fondamentale per prenderci cura della nostra salute – afferma Fabrizio Capaccioli AD ASACERT e ideatore del Protocollo ITA0039 – Aggiungo che ben 8 italiani su 10 pensano che debba esserci una certificazione che si occupi di tutela del Made in Italy nel campo della ristorazione, a maggior ragione in un momento in cui i ristoratori italiani hanno bisogno di supporto, così come i produttori di vera italianità. Noi, con ITA0039, diamo l’opportunità a tanti onesti ristoratori, ambasciatori del vero Made in Italy, di farsi conoscere in una vetrina prestigiosa e  internazionale, perché scelgono di offrire ai propri clienti prodotti di qualità superiore, nel rispetto della sostenibilità, biodiversità, autenticità e salubrità delle materie prime e che quotidianamente combattono la dura battaglia contro falsi ristoratori che di italiano, magari, hanno solo l’insegna!

Brindiamo a Livia Drusilla Claudia, agli odierni produttori tricolore di salubrità e ai suoi estimatori di tutto il mondo.