Stellato, gourmet, tradizionale, un po’ rustico o semplicemente sotto casa, il ristorante è quel luogo dove a essere sfamato non è solo il nostro appetito, ma anche la nostra socialità. La spinta principale verso il ristorante, infatti, deriva proprio dalla voglia di star bene con gli altri, in uno spazio accogliente e comodo come può esserlo la propria abitazione, con la fondamentale differenza che non siamo noi a cucinare, a pulire e a preoccuparci di aver messo il sale nell’acqua della pasta, alla ricerca di un appagamento del palato, che è anche benessere per lo spirito.

Nonostante per il nostro Paese la ristorazione sia percepita come un elemento irrinunciabile dei nostri momenti di convivialità e socialità, con una sempre più spiccata capacità di rappresentare sempre di più un percorso esperienziale, una narrazione della storia del territorio e della genuinità dei prodotti sapientemente lavorati e serviti, la pandemia ha fatto emergere tutte le fragilità di questo settore, che proprio per la sua natura sociale aggregante, rappresenta uno dei principali settori colpiti dalle regole anti-Covid. E così ci soffermiamo sulle difficoltà dei ristoratori, sulla pazienza dimostrata, sullo spirito d’iniziativa e la capacità di reinventarsi.

Ma non è ancora finita. L’obbligo di mostrare il Green Pass o il risultato di un tampone effettuato entro 48 ore -misura ad esempio già attiva in Francia- sarà adottata anche in Italia dal 6 agosto per frequentare bar e ristoranti al chiuso, palestre, musei e cinema. Secondo i dati elaborati da Coldiretti, sono quattordici milioni gli italiani che rinunceranno a entrare nel proprio ristorante preferito.

Questo, è facile prevederlo, provocherà un effetto domino su tutto il sistema agroalimentare. Tra i primi a risentirne i produttori che assistono inermi a una drastica riduzione delle vendite (dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura). Per non parlare di ciò che rimane invenduto proprio a causa delle scarse, se non assenti, richieste dei ristoratori che preferiscono ridurre i rifornimenti, a fronte di uno scenario futuro poco chiaro e di certo meno roseo dell’auspicato.

A questo si aggiungono problemi per le attività di raccolta in campagna e la vendemmia alle porte. Si tratta di impegni che non possono essere rimandati o, semplicemente, messi in pausa per via della deperibilità dei prodotti in questione: l’impossibilità di vendere, unita alle difficoltà di assumere lavoratori stagionali – la maggior parte dei quali provenienti da paesi stranieri, ognuno con le sue regole anti-Covid 19 – potrebbe portare perdite di prodotto e quindi di fatturato.

Si perderebbero complessivamente 1,5 miliardi di fatturato tra esercizi pubblici e attività turistiche, con un danno di 300 milioni di euro di fatturato per i soli bar e ristoranti, secondo le stime di Fiepet-Confesercenti. Cifre enormi dal momento che tra il 30 ed il 40% dei bar e dei ristoranti non ha dehors o tavoli all’esterno, a causa di mancanza di spazi adeguati.

Dobbiamo fare in modo che il settore che rappresenta il 25% del PIL sia tutelato nella sua capacità di continuare a generare ricchezza, turismo, diffusione del Made in Italy, senza rinunciare alla sicurezza e alla salvaguardia della salute collettiva. ITA0039 è ben consapevole che la ristorazione e tutta la filiera agroalimentare e turistica che sostiene, rappresenta un patrimonio strategico per l’Italia e muove le sue azioni affinché sia sempre più conosciuto, consolidato e tutelato.

Un obiettivo sempre più vicino grazie alla Certificazione 100% | Italian Taste. Proteggere la cucina italiana e, sopra ogni cosa, riconoscerle il valore che merita. Cucinare e assaporare i prodotti del nostro BelPaese ha rappresentato, in questo anno e mezzo di pandemia, una delle poche possibilità di rompere il ritmo della monotonia, di metterci alla prova con ricette nuove, di scoprire per la prima volta una passione che la quotidianità frenetica ci impediva di conoscere, e – specialmente – di esprimere noi stessi e il desiderio di stare insieme.

Un’ennesima prova di resilienza è richiesta ai nostri ristoratori, sempre più baluardo dell’intramontabile Made in Italy.