Il 29 dicembre scorso, sono stati ufficialmente pubblicati i decreti sulla commercializzazione di prodotti derivati da quattro varietà di insetti: le larve del verme della farina minore (Alphitobius diaperinus), le larve gialle della farina (Tenebrio molitor), le locuste migratorie e i grilli domestici (Acheta domesticus). Tutti questi insetti possono essere venduti in forma congelata, essiccata o in polvere.

È importante sottolineare che nessuno sarà soggetto a sanzioni o denunce per la produzione, la commercializzazione o l’acquisto di cibi contenenti queste quattro varietà di insetti. Le regole dell’Unione Europea, stabilite attraverso il regolamento sui “novel food” entrato in vigore nel gennaio 2018, hanno aperto le porte alla commercializzazione di insetti come nuovi alimenti o prodotti tradizionali da Paesi terzi. Secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), le farine di questi insetti possono essere integrate in vari prodotti alimentari, tra cui pane, biscotti, grissini, crackers, barrette, pasta, salse, latte in polvere, legumi, pizza, miscele pronte per prodotti da forno, prodotti trasformati a base di patate, minestre e birra.

Il governo italiano ha voluto garantire la massima trasparenza per i consumatori con quattro decreti. Pertanto, tutti gli alimenti a base di insetti dovranno presentare un’etichetta chiara e visibile che fornisce informazioni dettagliate sulla tipologia di insetto contenuto, la quantità utilizzata, il Paese di origine e le avvertenze sui potenziali rischi allergici. Inoltre, tali prodotti dovranno essere posizionati in comparti separati nei negozi e segnalati da apposita cartellonistica. Ciò a tutela di una scelta consapevole dei consumatori, i quali devono sapere come un prodotto è stato realizzato, da dove proviene e soprattutto cosa contiene. Inoltre, al fine di salvaguardare il “100% made in Italy” sarà fatto divieto di utilizzare tali farine per la preparazione di prodotti tipici della cucina italiana come pasta e pizza, preposti al controllo i Nas.

Quasi un italiano su 5 (19%) si è detto abbastanza informato sull’argomento, è solo poco più di un italiano su 10 (il 15%) è disposto a portare cibi fatti con farina di grillo a tavola.

Per almeno metà degli italiani, invece, è un no secco a questo tipo di prodotti. Solo il 24% del campione è favorevole alla vendita e il 21% alla produzione di alimenti contenenti farina di grillo. Il disgusto rappresenta il principale ostacolo al consumo espresso dal 68% delle persone non intenzionate a consumare questi prodotti neanche in futuro. Seguono la non familiarità ovvero la disinformazione in merito (31%), le preoccupazioni per la sicurezza alimentare (29%) e, non da ultimo, il prezzo (16%). Un kg di farina di grillo arriva infatti a costare tra i 70 e gli 80 Euro.*

Bruxelles fa sapere che in generale gli insetti possono essere cotti, macinati in polvere o trasformati in farina e utilizzati in varie ricette, dal pane alle barrette energetiche. L’elenco degli insetti considerato “commestibili” è molto più lungo di quanto ci si possa immaginare e passa dalle larve alle cimici, formiche, cavallette, scarafaggi, vespe, calabroni e molti altri. Se tale business dovesse attecchire anche in occidente il giro d’affari entro il 2027 sarebbe di 745 miliardi di dollari con un margine di crescita elevatissimo.

ITA0039 | 100% Italian Taste Certification by ASACERT, che tutela e promuove le produzioni italiane attraverso la certificazione dei ristoranti italiani nel mondo, invita tutti i cittadini-consumatori ad essere consapevoli delle proprie scelte alimentari e vigilerà affinché le farine di insetti non entrino nei ristoranti italiani nel mondo, sotto forma di farine o di prodotti trasformati.

* Università Cattolica, campus di Cremona