Il Governo italiano ha candidato «la cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale» come patrimonio immateriale dell’UNESCO. Una sfida storica per la cucina del nostro Paese: essere riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità.
L’Italia è l’unico Paese al mondo che può vantare 307 indicazioni geografiche riconosciute a livello comunitario per i prodotti alimentari (170 DOP, 134 IGP e 3 STG), 34 per le bevande spiritose e 525 per il comparto dei vini. A questi prodotti, registrati a livello Ue, si aggiungono 5.266 prodotti agroalimentari tradizionali riconosciuti dalle Regioni italiane. Un risultato reso possibile dalla grande biodiversità del patrimonio vegetale e animale, con la presenza sul territorio nazionale di 7 mila specie di flora, 58 mila specie di animali, 504 varietà iscritte al registro viti (contro le 278 della Francia) ma anche di 533 varietà di olive rispetto alle 70 spagnole. La straordinaria biodiversità degli allevamenti italiani ha permesso di salvare dalla estinzione ben 130 razze allevate.
Inoltre, l’agricoltura italiana si afferma tra le più sostenibili a livello comunitario con appena il 7,2% di tutte le emissioni a livello nazionale (30 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti in Italia), contro oltre il doppio della Francia (76 milioni di tonnellate), i 66 milioni di tonnellate della Germania, i 41 milioni del Regno Unito e i 39 milioni della Spagna.
L’iscrizione della cucina italiana nella lista del patrimonio immateriale dell’UNESCO nasce, dunque, da queste evidenze e ha lo scopo di preservare, proteggere e promuovere la preziosa tradizione culinaria italiana per le generazioni future e di sottolineare il suo ruolo nella costruzione dell’identità culturale italiana. Questa designazione riconosce anche l’importanza sociale ed economica della cucina italiana come fonte di coesione e di condivisione della cultura.
ITA0039 | 100% Italian Taste Certification supporta attivamente la candidatura, attraverso la mobilitazione della rete dei ristoratori certificati, che si sono uniti a sostenere con entusiasmo l’iniziativa del Governo per valorizzare l’importanza dell’enogastronomia Made in Italy. La loro adesione rappresenta un importante contributo per far conoscere e preservare questo patrimonio culturale e gastronomico di inestimabile valore.
Tra gli altri segnaliamo:
- Fausto Soldini, titolare della “Trattoria Romana Zero Sei” e “Sotto Pinsa Romana”, di Malta;
- Walter Carnevale Garè, titolare del Ristorante-pizzeria “Carnevale Italiensk Restaurant Italiensk Pizzeria Italian Deli” di Roskilde, in Danimarca;
- Paolo Fresilli, titolare del “Ristorante Italiano Via Veneto”, di Enniscorthy, Irlanda;
- Enzo Fiore, titolare del Ristorante-pizzeria “O’ Curniciello, di Lancing, UK.
“L’iniziativa del Governo giunge, vale la pena ricordarlo, in un momento di record storico realizzato dalle esportazioni agroalimentari Made in Italy nel mondo, che hanno raggiunto il valore di 60,7 miliardi anche sotto la spinta della domanda di cucina italiana. – il commento di Fabrizio Capaccioli AD di ASACERT ed ideatore del Protocollo di certificazione ITA0039 – È evidente che la cucina italiana ha conquistato i cuori e i palati di milioni di persone in tutto il mondo, diventando parte integrante della cultura culinaria internazionale. Il nostro compito è guidare i consumatori di tutto il mondo, in una costante opera di divulgazione e conoscenza dei veri prodotti italiani -attraverso lo strumento dell’app- e di tutela e premialità, attraverso la certificazione dei ristoranti che scelgono di approvvigionarsi esclusivamente da filiere italiane. La nostra campagna di supporto dell’iniziativa del Governo in favore della candidatura all’UNESCO per la «cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale» lo riteniamo un atto coerente rispetto al nostro constante e concreto impegno nei confronti di quella è la cucina più influente e popolare a livello internazionale, oltre che patrimonio effettivo che il nostro Paese mette a disposizione di tutti i consumatori del mondo”.